Combustione del legno e polveri fini

La combustione del legno è spesso considerata come una delle principali fonti di emissione di polveri sottili, ma questo problema può essere superato attraverso l’impiego delle moderne tecnologie.
Il dibattito sulle polveri fini è sempre molto acceso e la combustione del legno è spesso vista come una delle principali fonti di emissione di particolato. Quando però si leggono attentamente i contenuti degli studi, si comprende che questo è un problema legato anche al fatto che gli impianti utilizzati risalgono, in prevalenza, ai primi anni 90.
È quindi da prendere in considerazione che l’evoluzione tecnologica negli ultimi 25 anni ha migliorato in modo impressionante la qualità dei processi di combustione del legno, e quindi i rispettivi fattori di emissione.
Inoltre è da sottolineare il fatto che oltre alla quantità delle polveri bisogna considerare l’influenza della composizione chimica sul grado di tossicità del particolato.

Caratteristiche delle polveri fini

Le polveri fini PM 10 e PM 2.5 sono una sospensione di particelle solide e liquide in aria il cui diametro aerodinamico è inferiore a 10 e 2.5 micrometri.
Esse si differenziano a seconda della composizione chimica dei loro costituenti ed in base alle sorgenti da cui si originano.
Dal punto di vista sanitario le particelle PM 10 più grossolane raggiungono la parte superiore dei polmoni, mentre quelle più fini possono raggiungere perfino la regione alveolare.
Nella massa delle particelle sono presenti due componenti correlate alla dimensione granulometrica: quelle fini si originano da processi che avvengono ad elevate temperature; queste particelle trasportano composti inorganici (solfati, nitrati e carbonio elementare) e organici oltre a componenti semivolatili. Le particelle più grossolane, invece, si originano da processi meccanici come l’erosione, la corrosione e l’abrasione di materiali; queste particelle rappresentano la seconda componente e trasportano componenti del suolo e spray marino.
Un’altra frazione, le particelle ultrafini, si può caratterizzare meglio attraverso il conteggio del numero di particelle per cm3, perché nonostante siano abbondanti in numero, contribuiscono solo in piccola parte alla massa del PM.
Le particelle PM hanno un tempo di resistenza in atmosfera che dipende dai processi di deposizione e coagulazione. Le particella più fini permangono più a lungo in atmosfera e possono essere trasportate per lunghe distanze (1000 o più km).
Il PM è emesso direttamente da sorgenti primarie, ma si forma in atmosfera anche per reazioni di precursori gassosi (PM secondari).
La stima delle emissioni prodotte da sorgenti nelle quali non sono coinvolti processi di combustione presenta un considerevole grado di incertezza.